Lorenzo: stavo suonando “La verità” e pensavo… quando la verità si palesa come in questi giorni, non ti inquieta la casualità del fatto che un artista come te abbia beccato un’onda che passava e che ci stava dicendo una cosa che poi, alla fine, ci ha costretti ad affrontare la verità della fragilità?
Dario: ho sempre molta difficoltà nel raccontare come sono nate le canzoni in grado di dirmi certe cose, e in questo momento non riesco a cantare qualcosa nato per raccontare delle mie stesse difficoltà nell’accettare il cambiamento e la paura della fine.
Molti dei brani dell’ultimo disco hanno a che fare con questo senso di accettazione: accettazione e non rassegnazione.
È come se per certe cose, che vanno al di là di questo momento preoccupante ed epocale che stiamo vivendo, anche per l’età che comincio ad avere inizio a confrontarmi con certe tematiche e lo scriverne è per me già un motivo di accettazione.
E con accettazione intendo che non mi voglio più stupire, non voglio essere stupefatto da quello che accade: non preoccuparmi del futuro ma occuparmene.
Soprattutto in questi giorni, se da una parte vorrei essere di conforto alle persone anche solo distraendole con una canzone, dall’altra sento la necessità di…
Lorenzo: di essere fra le persone, di essere tu stesso una persona.
Dario: esatto, e anche sfruttare questo periodo per darmi un tempo, prendermi tempo per riflettere e magari riversare queste riflessioni in scrittura…
(Lorenzo Cherubini e Dario Brunori – 12 marzo 2020)