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Grafia

Uno dei regali più intimi, preziosi e veri da parte delle persone che mi vogliono bene è il mostrarmi la loro grafia.
Scie, solchi leggeri, onde dense e tratti asciutti, un appunto preso al volo, dei conti, l’annotazione lungo i margini di un romanzo, una lettera a righe fitte, la pagina ordinata di un diario: ogni volta leggo, con la curiosità innata che mi permette di decifrare anche quegli scarabocchi così impossibili da sembrare increspature extrasistoliche del mare.
Senza sdrucciolare nella fin troppo sfruttata tristezza della grafologia improvvisata rosicchiando online, osservo tutto con cura.
E l’inchiostro diventa insieme essenza ed amplificazione di volti, gesti, voci, ricordi…

L’aspetto del cuore…

Chissà di che colore è il cuore di chi è convinto di non essere mai stato amato.
Se è trasparente e vuoto, fragile ed esposto, ma desideroso di essere colmato.
Oppure è di quel bianco opaco dei confetti, affinché nessuno possa curiosare all’interno.
Se è nero come un biscotto bruciato, per osservare al buio i cuori altrui di nascosto.
Oppure è gonfio di finta allegria, con colori così forti ed acidi da ferire intenzionalmente lo sguardo di chi si avvicina.
O forse le sfumature sono solo troppo pallide, ancora senza un’identità precisa, come il tratto di quelle biro timide che capitano sempre nei multipack…

(Caterina Balente Yakamoz)

La fine è il mio inizio. Il film.

Ho letto tutto quel che Tiziano Terzani ha scritto.
Commuovendomi più per le cronache del giornalista “antebarba” che per i racconti degli ultimi anni.
Ho riso, pianto e “visto” posti ed anni a me lontani.
E quante ore rubate al sonno per non lasciare indietro le pagine…

Appena ho saputo dell’uscita di questo film ho storto il naso.
Sono combattuta.
Da una parte è solo un gran bene che il pensiero di Terzani venga fatto conoscere anche alle nuove generazioni, come a tutti quelli che ancora non si sono avvicinati a lui.
Ma, dall’altra, ho l’impressione che si tenda a spremere il limone fino all’ultima goccia.

Vedrò sicuramente il film.
E vi saprò dire…

Indiscrete domande musicali

Nonostante io sia un’anima sola con ogni membro dei Queen, dal lontano 1986 (si, ero piccinapicciò), cercherò di non abusarne nelle mie risposte.
O, almeno ci proverò.

Ascolti spesso musica?
Praticamente in ogni momento della mia giornata. Non mi piace ascoltarla se devo camminare per la città: più per sicurezza che altro.

Dove l’ascolti più solito e con che cosa?
Se sono in viaggio, con il mio lettore mp3 da 4gb. No, non quello melato: ho un supporto molto meno blasonato, ma resistentissimo, che non occupa spazio e mi regala una resa di suono perfetta.
Se lavoro, ovviamente mi affido al pc.
Mentre se sono a casa ho uno di quegli accrocchi per far girare dai dischi alle musicassette.
Però difficilmente ascolto senza usare le cuffie…

Acquisti molta musica? Acquisti online?
Si, ne compro una buona quantità. Ed un po’ di tutti i generi: amo sperimentare.
Compro poco online: preferisco spendere di più ed avere il cd tra le mani. Ma anche il vinile…

Credi che internet abbia cambiato molto la struttura discografica mondiale?
Decisamente si.
Anche se credo sia stata proprio la discografia a farsi cambiare.

Quali sono i criteri di scelta dei tuoi cd o lp?
Uhm…direi nessuno. Un po’ come per i libri: spesso colgo al volo una sensazione.
Discorso diverso per i gruppi preferiti: li vado davvero dritta alla meta.
Sempre che non siano pubblicazioni per allodole…

Qual è il tuo genere preferito (se ne hai uno)?
Ce ne sono tanti.
Direi che il glam rock primeggia su tutti.

La tua band rock preferita?
Queen.

La tua pop star preferita?
Robbie Williams.

Chi è secondo te il cantante più bravo?
Freddie Mercury.
Tra quelli ancora fra noi, George Michael.

Una canzone che ti ha fatto piangere, o almeno commosso?
Can’t get it out of my head, dell’Electric Light Orchestra.

Una canzone che ascolteresti all’infinito?
Starman, di David Bowie.

Qual è, secondo te, l’album perfetto (se ne esiste uno)?
La colonna sonora del The Rocky Horror Picture Show.
Ha tutto quello che si può desiderare da un’ora di ascolto.

Ascolti anche musica classica?
Certo.
Ed il mio compositore preferito è Mozart.
Ma amo molto anche le riletture Rondò Veneziano.

Sei musicista? Se no, che cosa ti sarebbe piaciuto suonare?
Sono più brava a cantare che a suonare.
Comunque strimpello chitarra (classica ed elettrica) e basso.
Per quieto vivere alla fine della terza media ho sepolto il flauto u_u …

Se potessi vivere la vita di una rock star o popstar per un giorno, chi sceglieresti?
Sono una donna tranquilla.
Potrei tranquillamente vivere come Ozzy Osbourne.

Potresti resistere per un mese senza ascoltare un po’ di musica?
Praticamente impossibile.
Però potrei cantarmi qualcosa da sola…

Una canzone che non sopporti?
Tutte quelle solecuore&amore. O anche sunheart&love.

Una band o artista che non sopporti?
Tutto quel genere di bands anni ’90 che scimmiottavano i Take That e le Spice Girls: ambedue mi stavano bellamente sul gozzo…ci mancavano solo i cloni!

Se potessi resuscitare un famoso musicista deceduto, chi sceglieresti?
Oltre all’immancabile Freddie, Marvin Gaye.

Meglio anni ’70, ’80 o ’90?
Settanta, senza dubbio.

Cosa pensi degli artisti contemporanei?
Che purtroppo osano poco.
O se osano…seguono poi sempre la stessa linea, senza avere la capacità e la forza di sperimentare oltre e finendo per comporre e cantare in modo ciclicamente identico.

C’è qualche artista/band che oggi meriterebbe più attenzione?
Tutte quelle bands e quegli artisti che non perdono le loro radici, reinventando il folk.

Cosa ne pensi dei talent shows musicali?
Potrebbero essere ottimi trampolini di lancio.
Se non fossero truccati più di una bagascia alle grandi manovre.

La canzone col miglior testo, secondo te?
Perfect day, di Lou Reed.

Mostrami il tuo cd preferito…

Ascolti spesso musica dal vivo?
Prima molto di più.
Negli ultimi cinque anni davvero a stille.
Purtroppo.

L’ultimo concerto importante al quale sei andata?
Uhhh…Elton John, se non erro.

Se potessi scegliere un artista/band da vedere dal vivo, chi sceglieresti?
Goran Bregovic.

Se potessi descriverti con un brano musicale, quale sceglieresti?
Songbird, dei Fleetwood Mac, nella versione di Eva Cassidy.

Vengo via con te?

La domanda di questi giorni è: ma se “Vieni via con me” fosse stato messo in piedi sulle reti Mediaset, capovolgendo la matita bicolore dalla parte blu, cosa sarebbe successo?

Io, personalmente, non so darmi una risposta.
Perché rifiuto di accodarmi al gregge che sentenzia: ai comunisti tutto è permesso, l’avessimo fatto noi…apriti Cielo!
Il fulcro è: ci sarebbero stati giornalisti, attori ed opinionisti disposti a mettersi seriamente in gioco?
(perdonate il ritrito ossimoro)
Esponendosi a muso duro.
Senza fare i giullari di corte.
Evitando le mezze frasi, le cose non dette lasciate a decantare dove solo pochi vanno poi a ripescarle.
Sottraendosi ai nuovi movimenti che escono come le lumache dopo la pioggia: e poi si rivelano dei semplici peracottari che copiano quasi per intero i comizi che gli avversari han tenuto anni prima.
E manca solo che sentenzino come Luttazzi: erano citazioni…

Sono convinta che nel mio Paese esistano, in ambo gli schieramenti, politici ed intellettuali che siano capaci, competenti e propositivi.
Il problema è che per trovarli e per sentirli, tocca scavare.
Spostare tutte le inutilità e le chiacchiere che altri usano come isolante per provare a non farci comprendere e per non far emergere chi vuole farsi alzare la sua voce oltre il coro.

Di qualunque colore e schieramento si possa essere, l’importante è: non stancarsi mai di scavare.
Anche a costo di farlo con i denti.