I ragazzi e la lettura.
Quelli che non si avvicinano ad un libro nemmeno pagando, ed altri che sprofondano fra le pagine per ore intere.
I miei genitori erano lettori onnivori ed appassionati, amore che mi hanno trasferito per osmosi senza mai porre veto sul quel che potevo leggere.
Mi sono tornati in mente stamani, ritrovandomi in una discussione incentrata sulla domanda: a tredici anni è presto per leggere “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”?
Con mio sommo rammarico, vedevo madri e padri sconsigliarlo: perché troppo difficile, troppo duro, gli insegnanti non capiscono che sono letture malsane a quella età.
Ad essere di una tristezza abissale è la mancanza di fiducia nei ragazzi.
È un’età nella quale il gusto deve affinarsi e prendere una rotta, e chi ama perdersi nei libri fagocita tutto quel che lo interessa.
Una fame che aumenta tra storie e poesie, il mondo vero e quello inventato.
Una fame che come companatico ha bisogno di dialogo e confronto.
Una fame che in qualche modo riesce sempre a scavalcare i no, ingozzandosi di nascosto: e questo si che può procurar danni.
Lasciateli leggere in pace, sosteneteli, raccontatevi le pagine e ritrovatevi, anche tra idee opposte.
Non negate loro Conoscenza e Bellezza.
Altrimenti sembrate quei genitori che per le feste conciano i bimbi con vestiti da adulti in miniatura*, ma poi li fanno mangiare sulla tovaglia di plastica, perché temono che quella in stoffa possa macchiarsi.
Ecco.
Di solito è questo il momento in cui mi si accusa: tu non hai figli, che ne sai?
Ma è noto come noi sterili si tenda ad essere saccenti…
*perdonatemi, ma acchittati tra cravattine e miniscarpine coi tacchi, a me paion sempre pupazzi da ventriloquo.