Sono una lettrice assatanata, da sempre.
Guardo le fotografie nei gruppi di lettura.
E vedo gente che per una settimana di vacanza si porta dietro dai cinque ai dodici romanzi.
Concordo sul fatto che liberi dagli impegni lavorativi si legga di più.
Ma ogni tanto, guardatelo il mare.
Osservate la stanza dove state.
Parlate una volta tanto di sane boiate, che male non fa.
Invece di saltare le pagine per scoprire il nome dell’assassino, imparate quelli dei vicini di ombrellone.
Sedetevi poco più in la della battigia, e raccogliete le telline.
Passeggiate e guardate il mondo dalla montagna, senza fotografarlo per mostrarlo ad altri: per una volta nutrite la vostra anima con egoismo.
E se le vacanze non ci sono, conoscete meglio la città in cui abitate: dal bar dove non siete mai entrati per un cappuccino, al flusso irregolare di una fontanella in ghisa, a guardare dentro il pesante portone in legno che vedete aperto per la prima volta.
Accarezzate qualcuno, invece di occupar sempre le mani con delle pagine.
Non trinceratevi dietro il profumo dei libri, che ormai come immagine e concetto è inflazionato fino allo stucchevole.
Immergetevi nei profumi nuovi: quello del mare, che riempie i polmoni, quello dei fiori carnosi e dai colori saturi, quello appiccicoso e rassicurante dei bomboloni appena fritti.
E poi, si: leggete.
Provate la gioia di centellinare.
Poche pagine nella controra, o la sera prima di addormentarvi.
Rallentate il bulimico affanno del volere tutto e subito anche nella lettura.
Scegliete un solo romanzo da portare con voi.
E non dite “troppo diffiiiciiileee!!!”, come quando vi chiedono il titolo del vostro libro preferito.
È più semplice di quanto crediate.
Se la scelta si rivelasse una brutta lettura, well: sarà solo una pietra spostata dal vostro cammino.
E come diceva qualcuno più intelligente di me, sta a voi usarla per alzare un muro o costruire un ponte.